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     LO SVILUPPO DEI TRACCIATI

La conformazione è stata pensata per far sì che chi si trovasse ad affrontarlo non avesse la sensazione di allontanarsi troppo dal proprio punto di partenza al punto da non allontanarsi mai più di 1500-2000 metri dal suo ideale punto di partenza.

 


I CARTELLI CHILOMETRICI

Il fatto che sia misurato e con una continua segnalazione ogni 500 metri permetterà di completare l’intero percorso oppure completare i chilometri che servono o che ci si sente di fare, oppure ancora completare più giri dello stesso percorso. Insomma i circuiti sono assolutamente adattabili alle proprie esigenze.

 


LA CIRCOLARITÀ DEI PERCORSI 

Non si è obbligati per forza a partire dal canonico punto di partenza: è possibile inserirsi nel percorso nel tratto che più fa comodo. La circolarità del percorso garantisce che una volta compiuto un intero giro fino a ritornare al personale punto di partenza, si completi comunque l’intera distanza del circuito e i cartelli chilometrici forniranno comunque un utile punto di riferimento.

 


QR - CODE 

Il progetto prevede anche l'inserimento, su tutti i cartelli di percorso e di distanza, l'inserimento di codici QR in grado di fornire tutte le indicazioni inerenti il progetto nel suo complesso, il percorso specifico, i tipi di allenamento e le notizie storico-geografiche riguardanti le aree interessate.


































CARTELLO DI PERCORSO


Informazioni inerenti i tipi di allenamento, la difficoltà dei percorsi, gli sponsor, ecc. 

( SPAZIO IN COSTRUZIONE)
















































GHM_Clous6









            borchia  TEATE
chiodi stradali
SET-BMN5_ARA_bis










            
 


RIFLESSIONI SULLA NORMATIVA ESISTENTE

Per quanto costituisca una categoria di utenza della strada molto importante, l’uso pedonale della strada è stata sempre oggetto di tutela in esclusivo riferimento alla presenza fisica del pedone visto come persona che utilizza la strada in condizioni motorie normali. Scarsa attenzione è stata posta da parte della normativa italiana in merito alla mobilità pedonale di una persona che svolge attività di running lungo le strade. Il che non è tra le ultime cause della difficoltà di praticare lo sport nelle nostre città e della conseguente difficoltà di una sensibile espansione della domanda, ostacolata dalla generale ridotta sicurezza con cui il running viene esercitato.

La normativa italiana non esprime nessuna specifica regolamentazione sull’uso della strada nei confronti di chi la percorre in modo pedonale ma con un andamento diverso da quello del normale pedone, al punto che il Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 285/1992) nulla riferisce in merito. In realtà vi sarebbero diverse indicazioni di corretto comportamento da impartire ai runners nell’uso della propria sede di scorrimento, nei confronti sia dei mezzi di circolazione in corrispondenza degli incroci, delle rotatorie, delle strisce pedonali, sia nei confronti degli altri pedoni.

Il runner viene equiparato al pedone negando l'esistenza di alcune differenze sostanziali che andrebbero precisate e regolamentate. A questo proposito andrebbero prese in considerazione innanzitutto le possibili sedi su cui svolgere la corsa a piedi, e classificarle con regole e modalità che tendano ad individuarle e distinguerle in:

- percorsi promiscui pedoni/runner e ciclabili (su piste ciclabili);

- percorsi promiscui pedoni/runner (su marciapiedi);

- percorsi promiscui pedoni/runner e veicolari (in mancanza di marciapiedi).

 Ad oggi la normativa di settore non da informazioni all'utente runner sui comportamenti da adottare in presenza per esempio di una pista ciclabile, ovvero se debba correre sul marciapiede o invece sulla corsia riservata dei velocipedi in quanto comunque mosso da una andatura mediamente diversa da quella del pedone. Ancora non si dice nulla sul comportamento da avere sull'attraversamento della sede stradale in corrispondenza delle strisce pedonali, ovvero se si debba interrompere l'andatura della corsa ed attraversarli come un normale pedone, cosa tra l'altro auspicabile e che solo una normativa specifica potrebbe risolvere


SEGNALETICA VERTICALE


LA CARTELLONISTICA

Nonostante l'esistenza delle norme  sull'arredo funzionale delle strade urbane, non si trova alcun articolo del Codice della Strada che tratti i criteri di applicazione e le modalità di progettazione degli interventi di moderazione del traffico. Ci troviamo quindi di fronte ad una carenza della normativa italiana che, se permette un elevato grado di flessibilità, costringe però i progettisti e i Comuni a “sperimentare a proprie spese” le soluzioni tecniche migliori. Come vedremo, si può in parte superare tale ostacolo appoggiandosi alla ricchissima normativa europea in merito, cercando di volta in volta di adattarla ai limiti ed ai molti vincoli del nostro Codice della Strada. 

Di seguito si propongono le due tipologie di cartellonistica verticale da utilizzare all'inizio ed alla metà di ogni percorso, per quanto riguarda il cartello di percorso, ed ogni 500 mt.  quello di distanza.


   
     
              CARTELLO CHILOMETRICO            CARTELLO DI PERCORSO





SEGNALETICA ORIZZONTALE 


                        
COLORAZIONE STRISCE PEDONALI


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